Iginio Ugo Tarchetti e la  Scapigliatura

                     sito letterario di Francesca Santucci

 

.:Menu:.
   

 

 

 

 

.:Menu:.

 

 

 
 
 

News

 

Anche ad Alessandria Piazza Iginio Ugo Tarchetti...Next

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

.:Credits:.

 

 

.:

 

Dualismo 

di Arrigo Boito   

 

Son luce ed ombra; angelica

farfalla o verme immondo

sono un caduto cherubo

dannato a errar sul mondo,

o un demone che sale,

affaticando l'ale,

verso un lontano ciel.

 

Ecco perché nell'intime

cogitazioni io sento

la bestemmia dell'angelo

che irride al suo tormento,

o l'umile orazione

dell'esule dimone

che riede a Dio,  fedel.

 

Ecco perché m'affascina

l'ebbrezza di due canti,

ecco perché mi lacera

l'angoscia di due pianti,

ecco perché il sorriso

che mi contorce il viso

o che m'allarga il cuor.

 

Ecco perché la torbida

ridda de' miei pensieri,

or mansueti e rosei,

or violenti e neri;

ecco perché con tetro

tedio, avvincendo il metro

de' carmi animator.

 

O creature fragili

dal genio onnipossente!

Forse noi siamo l'homunculus

d' un chimico demente,

forse di fango e foco

per ozioso gioco

un buio Iddio ci fe'.

 

E ci scagliò sull'umida

gleba che c'incatena,

poi dal suo ciel guatandoci

rise alla pazza scena

e un dì a distrar la noia

della sua lunga gioia

ci schiaccerà col pie'.

 

E noi viviam, famelci

di fede o d'altri inganni,

rigirando il rosario

monotono degli anni,

dove ogni gemma brilla

di pianto, acerba stilla

fatta d'acerbo duol.

 

Talor, se sono il demone

redento che s'india,

sento dall'alma effondersi

una speranza pia

e sul mio buio viso

del gaio paradiso

mi fulgureggia il sol.

 

L'illusion-libellula

che bacia i fiorellini,

-l'illusion-scoiattolo

che danza in cima i pini,

-l'illusion-fanciulla

che trama e si trastulla

colle fibre del cor,

 

viene ancora a

 sorridermi

nei dì più mesti e soli

e mi sospinge l'anima

ai canti, ai carmi, ai voli;

e a turbinar m'attira

nella profonda spira

dell'estro ideator.

 

E sogno un'Arte eterea

che forse in cielo ha norma,

franca dai rudi vincoli

del metro e della forma,

piena dell'Ideale

che mi fa batter l'ale

e che seguir non so.

 

Ma poi, se avvien che l'angelo

fiaccato si ridesti,

i santi sogni fuggono

impauriti e mesti;

allor, davanti al raggio

del mutato miraggio,

quasi rapito, sto:

 

e sogno allor la magica

Circe col suo corteo

d'alci e di pardi, attoniti

nel loro incanto reo.

E il cielo, altezza impervia,

derido e di protervia

mi pasco e di velen.

 

E sogno un'Arte reproba

che smaga il mio pensiero

dietro le basse immagini

d'un ver che mente al Vero

e in aspro carme immerso

sulle mie labbra il verso

bestemmiando vien.

 

Questa è la vita! L'ebete

vita che c'innamora,

lenta che pare un secolo,

breve che pare un'ora;

un agitarsi alterno

fra paradiso e inferno

che non s'accheta più!

 

Come istrion, su cupida

plebe di rischio ingorda,

fa pompa d'equilibrio

sovra una tesa corda,

tal è l'uman, librato

fra un sogno di peccato

e un sogno di virtù.

La poesia "Dualismo", di Arrigo Boito, poeta e musicista, figura centrale nel movimento della Scapigliatura, è considerata il manifesto delle irrequietudini degli scapigliati.
Incentrata su un sistema di opposizioni destinate a rappresentare la scissione e l'ambiguità della natura umana, angelica e demoniaca, ne ripropone il dualismo attraverso numerose antitesi: la luce e l'ombra, il cherubo e il demone, l'orazione e la bestemmia, il sorriso e l'angoscia, la virtù e il peccato, l'Arte eterea e l'Arte reproba.

Francesca Santucci

@

 

Home