Iginio Ugo Tarchetti e la  Scapigliatura

                     sito letterario di Francesca Santucci

 

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Amore nascente

 

Chi sei fanciulla amabile

che mi prometti amore?

Perché quell'occhio i palpiti

vorria scrutar del cuore?

 

Ratto è il desio che all'anima

di te si apprese: ignaro

n'era finora; al calice

bevea del dubbio amaro:

 

Ma se tu m'ami ai facili

deliri, ai cari affanni

mi rivedrai sollecito

tornar de' miei verd'anni.

*

Segue il mattin più fulgido

la notte insonne e scura,

sorride il sol dell'ultimo

lembo della pianura:

 

Sorgo con esso, e ai taciti

campi ritorno...Un caro

augello canta, un'agile

farfalla vola, un raro

 

fiore raccolgo...ah! un angelo

la vita mia fa lieta:

sento cessar lo spasimo,

mi sento ancor poeta.

*

Grazie, o vezzosa. Io l'anima

muto nel duolo avea.

Non ha la vita un unico

fiore se amor nol crea.

 

Ma questo fior sì tenero

presto avvizzisce e muore:

Virtù lo serba, e indocile

alla virtude è amore.

 

Trema o fanciulla...io l'arbitro

della tua vita? Oh cara,

a men fidar degli uomini

e di te stessa impara.

*

Arcana legge al facile

mutar d'affetti impera.

Ratto nei petti instabili

giunge l'amore a sera.

 

Ned'io vorrò l'ingenua

fede spogliarti, e in seno

dei sozzi amplessi infonderti

l'orribile veleno...

 

Fuggimi, o cara, un aspide

sotto il mio vel si cela:

strappa la larva d'angelo

e un demone si svela.

(Il Gazzettino, 13 dicembre 1867)

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