Canti del
      cuore 
       
      di Iginio Ugo Tarchetti 
        
        
       Io pubblico qui alcune pagine, tra le molte
      che scrissi, di questi canti, e tutte prima dei venti anni, in quell'età
      travagliata da una tristezza irragionevole, incomprensibile, nata forse
      dallo sforzo che noi facciamo di prevenire la vita e che io chiamerei
      quasi una vanità del dolore... 
      (I. U. Tarchetti) 
      Pubblicati nel 1865 sulla "Rivista minima",
      ma raccolti in volume solo dopo la sua morte,  i Canti del cuore, insieme alle poesie disperse
      su riviste e giornali, composte prima dei vent'anni,  rappresentano
      le primissime prove letterarie di Tarchetti. 
      Sono prose poetiche d'atmosfere e
      suggestioni  ultraromantiche, che utilizzano un linguaggio parlato
      espresso in versi semplici ma musicali, e che attingono, come precisato dallo
      stesso Tarchetti, dalla lettura dei grandi poeti popolari tedeschi e dalle
      traduzioni dai poemi giovanili di Byron. 
      Basati sui sentimenti suscitati
      da riflessioni su grandi temi esistenziali, sul destino umano, sul senso
      del Tempo, sulla giovinezza, sul dolore,  già  delineano
      le predilezioni dell'autore per i temi divenuti poi costanti nella sua
      produzione: i pensieri di morte, l' attrazione -repulsione per la tomba,
      il cimitero, la brevità della giovinezza,  il bisogno e il tormento
      d'amore.
       
      Francesca Santucci 
        Forse
      nella tomba si sogna 
        Io amava i fiori, e
      tu mi donasti una rosa del tuo giardino 
          
        
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