Francesca Santucci

(luoghi,  personaggi, fantasie...)

Per commisurare appieno le bellezze di Napoli basterà constatare che persino Wolfang Goethe (1749-1832), massimo poeta tedesco e uno dei più grandi scrittori che annoveri l'umanità, sembrò mancar di parole per descrivere i sentimenti di commozione, di vertigine, di esaltazione, che colgono l'osservatore di fronte allo spettacolo di questa città unica al mondo.

Ho passato l'intera giornata a girare per la città. Si ha un bei descrivere e un bei dipingere! Non si riuscirà mai a dare un'idea veramente adeguata di questo mare, di questa baia, di questo Vesuvio, di questa città coi suoi sobborghi e coi suoi castelli, e soprattutto di quest'aria che vi si respira. Siamo entrati oggi nella grotta del monte Posillipo, mentre il sole al tramonto vi penetrava dalla parte opposta; e capisco benissimo adesso coloro che a veder Napoli impazziscono, come capisco i napoletani che, se anche avessero due Vesuvi, invece di uno, nelle vicinanze, non abbandonerebbero mai tuttavia la loro città. E hanno ragione i loro poeti di cantare le bellezze a furia di iperboli. In confronto di questo delizioso paese, persino Roma diventa malinconica: a Roma ogni cosa è seria e solenne, e qui invece tutto è ilare e giocondo. Ma come descrivere poi la magnificenza delle strade, delle piazze, dei giardini, del mare, quando sono illuminati dal plenilunio, come io li vedo illuminati stanotte? Sono preso dalla vertigine dello spazio infinito, e nel dolce incanto la mia mente va sognando cose che soltanto qui si possono sognare.

volfang  goethe, Viaggio in Italia

 

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