Silenzio
intorno
Mia
cara,
queste
poche righe per
rispettare il voler
tuo di silenzio
intorno.
Voglio tu sappia che
il non distoglier la
tua attenzione, e
lasciare i pensieri
tuoi , costa a me
affanno e sonno. Non
vorrei però, tu
pensassi che non
volgo a te lo
sguardo della mente,
e dimenticarti o
porti tra antiche
polveri sia l’opra
mia. Solo ho gran
rispetto del tuo
voler e del tuo
agir, che ora
pugnano contro il
mio ardor di parola
e non dico del
tremor della mia
mano al desiderio
che molte volte
lungo l’andar del
giorno prende come
natural
l’intenzione di
porre in carta i
sogni miei.
Maledico
l’andar meccanico
di quel tempo,
legato ad infernali
attrezzi che con
ferree dita, sempre
indicano il moversi
del giorno. Loro
parlano e criticano
e sento insulti
provenir da quell’instancabil
ticchettio che suona
come del fabbro il
maglio, e percuote
idee ed evapora
sogni che ad ogni
alba io dipingo in
cielo per fare a
gara con il creato e
portare a te,
complice il vento,
ogni mio attimo.
Pare
poi di vedermi
sull’isola della
guerra, ove lunghe
ed ombrose trincee
dal mio andar
scavate, sono
percorse e
ripercorse ogni
giorno in modo
uguale passo dopo
passo. Povere difese
innaturali che il
pensier mio non vede
e sempre valica per
salire sulla collina
a volgere lo sguardo
al nord, ove
s’odono voci che
l’aria porta,
dell’esister di
un’isola di pace,
ove il suono sia
solo il muover di
ciglia mentre guardi
intorno a rimirar le
rose.
Termino
di scriver, ma non
l’inchiostro, per
non turbare
il sonno tuo, con
battiti del cuore
che hanno l’ardir
di alzar la voce e
riempir lo spazio
mio.