Memorie notturne

 

Mia cara,
sai quanta pena sentire il cuore mio avvolto al solito da nebbie?
Davvero paiono quelle delle pianure del nord. L’attender l’alba, per fugare tali vapori, seduto con i pensieri tra le mani, mi regala solo nostalgie disegnate come timidi e ombrosi contorni su quel muro da magiche ombre dalla debole fiamma del lume che danza nella notte, mosso dal passaggio di mille anime che pace non trovano e che paiono gemelle alla mia.  Conforto provo a cercar nella memoria dell’incanto dei tuoi occhi scolpito a fiamma là dove i più intimi e delicati sogni riposano tra rasi ed ovatte che profumano di rosa, come quella che le nostre mani colsero nel tramonto di un giorno che mill’anni di tempo non cancelleranno dalla mente di colui che mai osato avea di chieder tal dono all’universo.
La mente vaga ancora tra lunghe file di alti pioppi che con lo stormir di fronde facevan da coro ai tulli della tua veste, che giocosa porgeva carezze ai loro tronchi mentre, con sincero sorriso, lanciavi gioia al mondo intero e i timidi passeri tacevan il loro canto in muto rispetto delle risa tue, che ancor echeggiano come meraviglie di celesti suoni mai spenti.
Gli occhi, fermi ed immobili, volgevano il tuo pensiero alla conquista dell’Infinito e parevano valicare e conoscere ciò che quelle vette, già in sentore della prossima neve, dalla loro altezza  ammiravano ad ogni levar del sole. Non riesco poi a parlare e a scriver su questo timido foglio delle delicate sensazioni nel sentir la tua mano sfiorar la mia, quando il caso volle che proprio alla curva del sentiero, quella timida rosa che pareva non curarsi del muoversi del tempo, attendeva solo di essere colta per essere donata come inno alla bellezza.
Ora posso solo aspettare che torni il sole a splender tra i pensieri miei e a portar maggior calore di quel che una povera coperta può regalare alle mie spalle. Per trovar conforto mi avvolgerò in queste memorie e tu, mia cara, non lasciar che queste nebbie celino all’universo la mia presenza e ne facciano solo un angolo di mondo dimenticato.
Sicuramente il vento e il gelo stanno spogliando del loro vestito di foglie quei pioppi; senti anche tu questo freddo?
Domani, forse domani accenderò il fuoco.

 

 

 







 

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