Biografia

di Giorgio Ratti

Giorgio Ratti è nato a Tortona nel 1955. La sua dimensione ideale è il cielo, le sue grandi passioni il volo e le stelle, ma ama anche scrivere versi e fotografare, soprattutto i panorami in volo e le stelle notturne.
Del volo è appassionato fin da piccolo; ricorda ancora con emozione un modellino di aereo di plastica giallo e blu, visto a sei anni sulla bancarella di un mercato, e tutti gli altri aerei acquistati da bambino, che conserva gelosamente riposti in scatole di cartone nella cantina paterna.
Giorgio pratica il deltaplano e guida aerei ultraleggeri, sorvolando, così, luoghi noti o sconosciuti per contemplare i diversi panorami che, spettacolari, s’offrono alla sua vista. Dice che “Le emozioni e le sensazioni del volo si confondono e si mescolano ai sogni che ogni giorno si fanno, quei sogni che avvolti nella nebbia del mistero regalano libertà e forza, sorriso e piacere...”
Le stelle: siano fisse o cadenti, disteso sull’erba o con l’occhio fisso nel telescopio, semplicemente per contemplarle o per osservarle scientificamente, Giorgio ama scrutarle, studiarle, elucubrare sulla loro composizione e ammirarne la bellezza, sorprendendosi del loro mistero, riflettendo sul mondo, sull’universo, sulla vita, sulla perfezione della natura che l’uomo cerca in ogni modo di sconvolgere, sovvertire, distruggere. E sugli astri ama anche fantasticare, immaginandosi, magari, romantico capitano dell’Enterprise, in volo tra le galassie sulla mitica astronave di Star Trek.
La sua anima poetica privilegia le emozioni derivanti proprio da questi suoi amori, il volo e le stelle che, in alchimia e magica armonia, confluiscono intatte nei suoi scritti, sia in prosa che in versi. Ma Giorgio ama anche illustrare le sue emozioni; nei disegni proposti in "E dal caos egli nacque"  c'è il disagio esistenziale dell'uomo scisso tra reale e ideale,  ingabbiato nella trappola della Forma, costretto a piegarsi alle convenzioni sociali,  ma  che pure si ribella  perché non vuole  rinunciare ai suoi sogni, dunque si rifugia nel "volo".