Tina Modotti

(1896-1942)

 

 

Capelli corvini, occhi di carbone, Assunta, Tinissima, Tina, Maria, attrice, fotografa, rivoluzionaria, comunista perseguitata, musa di grandi artisti come Neruda e Alberti, modella di Rivera e Siqueiros, figura leggendaria, donna bellissima, dai molti nomi e dalle molte vite, Tina Modotti ebbe una grande vera passione, la fotografia ( prima messa a servizio degli ideali sociali e  poi sacrificata per la lotta politica), rivelatasi quando aveva vent’anni, trasmessale, insieme alle tecniche, dal maggior fotografo dell’epoca che l’amò e ne fece la sua musa, Edward Weston, che lei riamò ma al quale preferì, poi, il comunismo.
Il suo vero nome era Assunta Adelaide Luigia Modotti (chiamata Tinissima dalla sua mamma) ed era nata in una famiglia povera a Pracchiuso, in provincia di Udine, nel 1896.
Impossibilitata a seguire con regolarità la scuola, nel 1913, quando aveva solo  17 anni, emigrò in America ed iniziò a lavorare a San Francisco come operaia tessile. Sposò un pittore e poeta canadese squattrinato e con lui visse a Los Angeles, frequentando artisti ed intellettuali, tra cui appunto  il famoso  fotografo americano Edward Weston.
Nel 1920 cominciò a recitare ad Hollywood, affermandosi in ruoli esotici  che esaltavano la sua bellezza, ma ben presto  si stancò di quel mondo vuoto e fatuo  che l’annoiava e non l’appagava.
Quando suo marito morì, Tina, innamorata di Weston, lo seguì in Messico, paese a lei congeniale, dove visse  aňos da luz, anni luminosi dal 1923 al 1930, entusiasta del clima rivoluzionario e dei fermenti anche artistici del tempo, il famoso “Rinascimento messicano”, divenendo amica di personaggi famosi come Diego Rivera e
Frida Kahlo, e fu appunto in Messico che scoprì la fotografia e divenne  eccellente fotografa, riuscendo a ben  coniugare l'impegno sociale con  la passione artistica; padrona della tecnica, giocando magistralmente con le luci e le ombre, riuscì a prodursi in maniera originale e con uno stile personale.
D’indole ribelle, proletaria per nascita, in quegli anni cominciò ad orientarsi verso l’estrema  sinistra e nel 1927 aderì al Partito comunista.
Dopo la partenza di Weston per gli Stati Uniti, si legò a vari militanti del Partito comunista messicano, finché nel  1928, dopo l’uccisione del rivoluzionario cubano Antonio Mella, suo compagno, mortole accanto mentre passeggiavano, ed anche in seguito all’attentato del presidente, fu considerata persona sospetta ed espulsa dal Messico.
Cominciò così a vagare per l’Europa, aiutando profughi ed esiliati, impegnandosi instancabilmente in Polonia, in Francia, nella Russia staliniana,  in Spagna, dove si arruolò nel Soccorso internazionale, infine nelle retrovie spagnole col nome di “Maria”,   abbandonando definitivamente la fotografia: non fotografo più, ho troppo lavoro da fare, così scrisse a Weston al quale continuava ad essere emotivamente legata.
Nel 1942, non avendo ottenuto dagli Stati Uniti il permesso di stabilirvisi, fece ritorno in Messico con il triestino Vittorio Vidali, funzionario del Partito comunista,  pure uomo dai mille pseudonimi, e qui, in un taxi, fu stroncata da una misteriosa crisi cardiaca: era il 5 gennaio del 1942.
Da quel momento Tina Modotti, donna dall’esistenza disordinata, tumultuosa e movimentata, entrò per sempre nella leggenda; controverso e non chiarito ancora oggi è il suo ruolo nel movimento comunista internazionale, indubbia resta la sua vera passione, la fotografia (è prodotta dal presente e ha un ruolo nel processo storico, Tina Modotti) ed innegabile è il fascino dei suoi sofisticati scatti, composizioni astratte, nature morte, fiori, volti di operai, donne lavoratrici, che ancora oggi sorprendono per il talento tecnico e per la sorprendente modernità.

 Francesca Santucci

 

Tina nel periodo hollywoodiano, 1921

 

Fotografie di Tina Modotti

Donna di Tehuantepec         Donna con bandiera        Bimbo che porta l'acqua