Era il 28 ottobre del 1958 quando il parroco gridò: “È
lui…è lui!” In un
attimo tutto il paese entrò in agitazione, le campane suonarono a festa
e la gente si precipitò per le strade come impazzita di gioia. Da
allora, nel piccolo borgo dai pochi abitanti, poveri ed abituati a
nutrirsi solo di polenta, salame locale, bollito di manzo nei giorni
di festa e vino rosso delle vigne circostanti, con le strade ancora
lastricate di ciottoli, i rari cascinali disseminati tra i campi, i
carretti trainati dai muli, due televisori in tutto il paese, senza nome
sulle carte stradali, sconosciuto a tutti, la vita non fu più la stessa.
Dalla sera in cui Angelo Giuseppe Roncalli, figlio di quella
terra, fu eletto papa col nome di Giovanni XXIII, Sotto il Monte
diventò il paese più famoso del mondo, visitato da gente di ogni
religione e razza, in vero e proprio pellegrinaggio di fede o
semplicemente attratta dal luogo che diede i natali al Papa buono, in
visita alla chiesa, alla casa natale, al “Suo” piccolo museo, al
santuario della Madonna delle Caneve, all’abbazia di Sant’Egidio in
Fontanella.
Oggi Sotto il Monte, oltre ad essere divenuto il maggior centro di
pellegrinaggio della Bergamasca, è anche un luogo abbastanza agiato e le
condizioni di vita della gente sono notevolmente migliorate; la grande
affluenza di turisti è, sì, spirituale e religiosa, ma pure apportatrice
di ricchezza per l’incremento del commercio di ricordi, ricordini e
oggettistica varia che celebra il Santo Padre.
Il suo viso sorridente occhieggia, infatti, un po’ dovunque, e ci sono
persino la torta Giovanni XXIII e il buon vino di Papa
Giovanni, e altri prodotti vari, acquistati altrove e qui rivenduti,
ma sarebbe inesatto pensare a questa località come ad un’enorme fiera.
Il paese, definito un grande santuario all’aperto, resta un
angolo della Bergamasca abbastanza tranquillo, ed è ancora possibile
rinvenire luoghi suggestivi che invitano al raccoglimento.
Tra i luoghi assolutamente da visitare ci sono la Cascina Palazzo,
dove il 25 novembre del 1881 nacque Papa Giovanni, un agglomerato di
misere case con il camino ancora nero, segno tangibile delle
innumerevoli polente casalinghe che nutrirono i suoi poveri abitanti, e
la Colombera, il rustico che appartenne alla famiglia Roncalli,
con loggioni e scale in legno e, sotto il portico, il busto in bronzo
del Papa.
Poi c’è la Cà Maitino, più dimora caritatevole che museo, di cui
il Papa pagò regolarmente l’affitto, luogo di vacanza a lui
particolarmente caro, una villa di campagna tra i cipressi nelle cui
stanze si trovano tanti suoi ricordi; all’ingresso un cartello avverte:
Casa aperta alla preghiera, alla riflessione, ai buoni propositi.
Nella Prepositurale, chiesa dedicata a San Giovanni Battista, ci
sono poi delle splendide tele settecentesche, con le due Pietà di
Bartolomeo Nazzari e di Francesco Cappella: è qui che il 28 ottobre fu
celebrata l’ultima sessione pubblica del processo per la beatificazione
del Papa.
Accanto alla chiesa c’è la Cappella della pace, edificata
dall’architetto Giovanni Muzio e definita libro aperto della vita del
Papa buono, una vita spesa per la pace, dove la gente, entrando,
deve poter respirare e sentire più che mai lo spirito di questo “uomo”
buono.
È, invece nella Chiesa di Santa Maria Assunta, della fine
del’700, che si trova il fonte battesimale dove il Santo Padre fu
battezzato.
Il Santuario della Madonna delle Caneve, eretto nel’700, è una
caratteristica chiesetta ai piedi del monte Canto, bianca con il tetto
di tegole rosse, e quattro colonnine che sorreggono il porticato. Si
chiama Caneve dall’alterazione della parola bergamasca cantina,
perché il maggior afflusso di pellegrini si è sempre avuto nel periodo
della vendemmia.
A circa tre chilometri dal paese si trova poi una delle più belle chiese
della Bergamasca: l’abbazia di Sant’Egidio in Fontanella, restaurata per
iniziativa di padre David Maria Turoldo, che a Fontanella trascorse
gli ultimi anni della sua vita, fondando anche il Centro Studi
Ecumenici Giovanni XXIII ed inaugurando la casa di Emmaus. Collocata in
splendida posizione, in origine era un monastero dipendente dalla
storica località della Borgogna, Cluny. Di stile romanico, è a tre
navate, con tre absidiole decorate all’esterno da fregi e all’interno da
affreschi del’400 e del’500; custodisce, tra l’altro, un rinascimentale
Cristo pantocrator assiso in trono, di autore ignoto, Cristo
risorto, ed episodi della vita di Sant’Antonio del Baschenis. Gioiello
dell’abbazia è il Polittico di Sant’Egidio, una tavola di scuola
bergamasca attribuita a Giovanni Giacomo Gavasio da Poscante, autore del
XVI secolo.
Nel chiostro della chiesa si trova infine la tomba di Teoperga, vero e
proprio monumento di classica bellezza, un piccolo sacello contenente le
spoglie della principessa, secondo la leggenda moglie di un certo
Lotario dei Franchi, ripudiata perché non aveva figli, in realtà sorella
di Alberto da Prezzate, donatore dell’appezzamento di terreno su cui
sorse la chiesa.
Tante, dunque sono le attrattive di questo piccolo borgo situato nella
bassa collina bergamasca, e visitarlo può essere sia un itinerario
spirituale e una testimonianza di fede e di devozione, per un Papa, il
cui ricordo resta incancellabile nella memoria di tutti, e per un
sacerdote coraggioso, Padre Turoldo, che tanto si adoprò per il
rinnovamento della Chiesa, sia un pretesto per conoscere un bel paesino
lombardo, collocato alle pendici del monte Canto, solcato da numerosi
torrenti, tra cui il più famoso è il Buliga (termine che in
dialetto significa irrequieto), e con un suggestivo panorama sulla
pianura solcata dall’Adda.