Francesca Santucci

Sotto il Monte:

il paese di Papa Giovanni XXIII

 

 

Era il 28 ottobre del 1958 quando il parroco gridò: “È lui…è lui!” In un attimo tutto il paese entrò in agitazione, le campane suonarono a festa e la gente si precipitò per le strade come impazzita di gioia. Da allora, nel piccolo borgo dai pochi abitanti, poveri ed abituati a nutrirsi solo di polenta, salame locale, bollito di manzo nei giorni di festa e vino rosso delle vigne circostanti, con le strade ancora lastricate di ciottoli, i rari cascinali disseminati tra i campi, i carretti trainati dai muli, due televisori in tutto il paese, senza nome sulle carte stradali, sconosciuto a tutti, la vita non fu più la stessa.
Dalla sera in cui Angelo Giuseppe Roncalli, figlio di quella terra, fu eletto papa col nome di Giovanni XXIII, Sotto il Monte diventò il paese più famoso del mondo, visitato da gente di ogni religione e razza, in vero e proprio pellegrinaggio di fede o semplicemente attratta dal luogo che diede i natali al Papa buono, in visita alla chiesa, alla casa natale, al “Suo” piccolo museo, al santuario della Madonna delle Caneve, all’abbazia di Sant’Egidio in Fontanella.
Oggi Sotto il Monte, oltre ad essere divenuto il maggior centro di pellegrinaggio della Bergamasca, è anche un luogo abbastanza agiato e le condizioni di vita della gente sono notevolmente migliorate; la grande affluenza di turisti è, sì, spirituale e religiosa, ma pure apportatrice di ricchezza per l’incremento del commercio di ricordi, ricordini e oggettistica varia che celebra il Santo Padre.  Il suo viso sorridente occhieggia, infatti, un po’ dovunque, e ci sono persino la torta Giovanni XXIII e il buon vino di Papa Giovanni, e altri prodotti vari, acquistati altrove e qui rivenduti, ma sarebbe inesatto pensare a questa località come ad un’enorme fiera. Il paese, definito un grande santuario all’aperto, resta un angolo della Bergamasca abbastanza tranquillo, ed è ancora possibile rinvenire luoghi suggestivi che invitano al raccoglimento.
Tra i luoghi assolutamente da visitare ci sono la Cascina Palazzo, dove il 25 novembre del 1881 nacque Papa Giovanni, un agglomerato di misere case con il camino ancora nero, segno tangibile delle innumerevoli polente casalinghe che nutrirono i suoi poveri abitanti, e la Colombera, il rustico che appartenne alla famiglia Roncalli, con loggioni e scale in legno e, sotto il portico, il busto in bronzo del Papa.
Poi c’è la Cà Maitino, più dimora caritatevole che museo, di cui il Papa pagò regolarmente l’affitto, luogo di vacanza a lui particolarmente caro, una villa di campagna tra i cipressi nelle cui stanze si trovano tanti suoi ricordi; all’ingresso un cartello avverte: Casa aperta alla preghiera, alla riflessione, ai buoni propositi.
Nella Prepositurale, chiesa dedicata a San Giovanni Battista, ci sono poi delle splendide tele settecentesche, con le due Pietà di Bartolomeo Nazzari e di Francesco Cappella: è qui che il 28 ottobre fu celebrata l’ultima sessione pubblica del processo per la beatificazione del Papa.
Accanto alla chiesa c’è la Cappella della pace, edificata dall’architetto Giovanni Muzio e definita libro aperto della vita del Papa buono, una vita spesa per la pace, dove la gente, entrando, deve poter respirare e sentire più che mai lo spirito di questo “uomo” buono.
È, invece nella Chiesa di Santa Maria Assunta, della fine del’700, che si trova il fonte battesimale dove il Santo Padre fu battezzato.
Il Santuario della Madonna delle Caneve, eretto nel’700, è una caratteristica chiesetta ai piedi del monte Canto, bianca con il tetto di tegole rosse, e quattro colonnine che sorreggono il porticato. Si chiama Caneve dall’alterazione della parola bergamasca cantina, perché il maggior afflusso di pellegrini si è sempre avuto nel periodo della vendemmia.
A circa tre chilometri dal paese si trova poi una delle più belle chiese della Bergamasca: l’abbazia di Sant’Egidio in Fontanella, restaurata per iniziativa di padre David Maria Turoldo,  che a Fontanella  trascorse gli ultimi anni della sua vita, fondando anche  il Centro Studi Ecumenici Giovanni XXIII ed inaugurando  la casa di Emmaus. Collocata in splendida posizione, in origine era un monastero dipendente dalla storica località della Borgogna, Cluny. Di stile romanico, è a tre navate, con tre absidiole decorate all’esterno da fregi e all’interno da affreschi del’400 e del’500; custodisce, tra l’altro, un rinascimentale Cristo pantocrator assiso in trono, di autore ignoto, Cristo risorto, ed episodi della vita di Sant’Antonio del Baschenis. Gioiello dell’abbazia è il Polittico di Sant’Egidio, una tavola di scuola bergamasca attribuita a Giovanni Giacomo Gavasio da Poscante, autore del XVI secolo.
Nel chiostro della chiesa si trova infine la tomba di Teoperga, vero e proprio monumento di classica bellezza, un piccolo sacello contenente le spoglie della principessa, secondo la leggenda moglie di un certo Lotario dei Franchi, ripudiata perché non aveva figli, in realtà sorella di Alberto da Prezzate, donatore dell’appezzamento di terreno su cui sorse la chiesa. 
Tante, dunque sono le attrattive di questo piccolo borgo situato nella bassa collina bergamasca, e visitarlo può essere sia un itinerario spirituale e una testimonianza di fede e di devozione, per un Papa, il cui ricordo resta incancellabile nella memoria di tutti, e per  un sacerdote coraggioso, Padre Turoldo, che tanto si adoprò per il rinnovamento della Chiesa, sia un pretesto per conoscere un bel paesino lombardo, collocato alle pendici del monte Canto, solcato da numerosi torrenti, tra cui il più famoso è il Buliga (termine che in dialetto significa irrequieto), e con un suggestivo panorama sulla pianura solcata dall’Adda.