Dal libro “Donne protagoniste”
di Francesca Santucci

Edizioni Il Foglio, maggio 2004

 

Rosalba Carriera

(1675-1757)

 

Abile ed intelligente, introversa ed incline alla malinconia e alla solitudine, volitiva e dotata di grande spirito d'iniziativa, non bella ma ricca di fascino, seducente,  pur non facendo ricorso alle armi femminili, com'era consuetudine per le donne settecentesche,  Rosalba Carriera, celebrata come la più grande ritrattista  dell'epoca per la grazia e la versatilità dei suoi dipinti, fu  contesa dalle corti più illustri ed  ottenne fin da giovane fama internazionale, dividendo la sua esistenza fra Venezia e Parigi.
Celebre non solo nell'arte del dipingere, ma anche eccellente violinista e cantante, fu la prima donna cui la società colta dell'epoca  aprì le porte di corti reali e palazzi nobiliari  e consentì di competere alla pari con gli altri pittori.
Rosalba Carriera nacque a Venezia il 7 ottobre  del 1675.
Narra un biografo anonimo del 1755: 

Era il padre cittadino di condizione, ma di scarse fortune, e molto inclinato a disegnare, benché legista di professione. Imitando adunque il padre suo, non ancora giunta all'anno quattordicesimo di sua età, incominciò a pigliare da sé solo la penna, e senza direzione né assistenza di alcuno si mise a disegnare.
Rosalba non trovò ostacoli alla propria vocazione, ma fu anzi incoraggiata dall'amatissimo padre che l'avviò alla pittura, sotto la guida di artisti come il Lazzari e il Diamantini, e gli affermati Balestra e Steve che l'iniziarono all'arte della miniatura.
Ben presto la sua fama cominciò a diffondersi e Rosalba, finissima ritrattista, dotata di tecnica sciolta e tocco delicato, virtuosa del pastello, tecnica a lungo abbandonata e ritornata in auge proprio ai suoi tempi, delicata ed elegante  nelle miniature, s'impose prepotentemente sulla scena artistico- mondana italiana ed internazionale, contesa da nobili e borghesi, unendo ai  successi culturali  anche quelli mondani poiché, raffinata conversatrice e, come scrisse uno dei suoi biografi: Donna, e delle più seducenti, sotto molti aspetti...
Ritratti e miniature le furono richiesti da Federico IV di Danimarca, dal principe Augusto di Sassonia, dai duchi di Modena,  dalla corte di Vienna, dove eseguì tra l'altro il ritratto del Metastasio.
Nel 1720 si trasferì a Parigi e qui, ospitata dal collezionista parigino Crozat, vi rimase fino al 1721, ritraendo Crozat, i nobili più autorevoli del tempo e persino il re.
La sua fama era all'apice e scriveva di lei il Sensier:

Si può dire che tutti i signori del tempo si misero ai suoi piedi. I suoi pastelli facevano furore...Luigi XV, allora bambino, fu uno dei primi a posare per lei.
Ma Rosalba non si fece abbagliare dal successo e dalla vacuità dell'ambiente e, incline all'introversione, alla malinconia e all'isolamento, e bisognosa degli affetti familiari, ritornò a Venezia, dalla quale si mosse nuovamente solo per un breve viaggio a Modena ed un soggiorno a Vienna.
Continuò a lavorare intensamente, affidandosi sempre meno all'intuizione e al gusto per la rappresentazione dei volti,  approfondendo  l'indagine psicologica  delle fattezze ritratte, ed aprendosi anche a temi allegorici e mitologici.
Gli ultimi anni  della vita di Rosalba furono segnati dalla morte dell'amata sorella e collaboratrice Giovanna e da una grave malattia agli occhi che la portò, dopo un iniziale miglioramento, alla cecità irreversibile.
Morì a Venezia il 15 aprile del 1757; celebrata già in vita come una delle massime figure artistiche del tempo, dopo la sua morte, e per tutto il resto del secolo, continuarono ad esserle tributati grandi onori.

 

 

Francesca Santucci