Esponente dell’Umanesimo fiorentino, Angelo Ambrogini, detto il Poliziano, nacque a Montepulciano. Visse un’infanzia triste e misera a causa della morte del padre ucciso per vendetta, e fu affidato a parenti che abitavano a Firenze.
Dimostrò subito una buona disposizione letteraria, che affinò con gli studi di filologia e degli autori classici latini e greci e che gli consentirono di diventare il più grande poeta umanista in volgare.
In questo componimento il tema delle rose è desunto appunto da due modelli classici: un testo greco, forse del retore Libanio, forse di Coricio, in cui Venere, dovendo adornarsi per il giudizio di Paride, preferisce la rosa ad ogni altro fiore, e il carme di anonimo De rosis.
L'esortazione del poeta, celata nell'io narrante femminile che  si rivolge con grazia e spontaneità alle compagne,  è quello di cogliere la rosa soave quando è al massimo del suo splendore, prima  che la sua bellezza sia irrimediabilmente fuggita.

 



Poliziano

(1454-1494)


CII)

I' mi trovai, fanciulle, un bel mattino

di mezzo maggio in un verde giardino.

Erano intorno violette e gigli,

fra l'erba verde, e vaghi fior novelli,

azzurri, gialli, candidi e vermigli:

ond'io porsi la mano a cor di quelli

per adornare e mie biondi capelli,

e cinger di grillanda el vago crino.

Ma poi ch'i ebbi pien di fiori un lembo,

vidi le rose, e non pur d'un colore;

io colsi allor per empier tutto el grembo,

perch'era si soave el loro odore

che tutto mi senti' destare el core

di dolce voglia e d'un piacer divino.

I' posi mente quelle rose allora:

mai non vi potrei dir quant'eron belle!

Quale scoppiava dalla boccia ancora,

quale erano un po' passe e qual novelle.

Amor mi disse allor:- Va' co' di quelle

che più vedi fiorite in sullo spino.-

Quando la rosa ogni suo foglia spande,

quando è più bella, quanto è più gradita,

allora è buona a mettere in ghirlande,

prima che suo bellezza sia uggita.

Sì che,  fanciulle, mentre è più fiorita,

cogliàn la bella rosa del giardino.

 

(dalle Rime-Canzoni a ballo)