Francesca Santucci

LO SCHIACCIANOCI

 

P. I. Ciaikowskij

 

Schiaccianoci è uno dei più bei doni della danza,non soltanto per i bambini,ma per chiunque ami l’elemento magico del teatro.
(Balanchine)
Le trama del balletto  "Lo schiaccianoci"  è tratta da una favola borghese di Hoffman, liberamente reinterpretata in Francia da Alexandre Dumas, e fu in questa versione che arrivò al coreografo Petipa, divenuto direttore-coreografo dei balletti imperiali di Pietroburgo, dov' era giunto nel 1847 come primo ballerino al Teatro Marijinskij, intenzionato a diffondere anche tra i russi l’amore per la danza, e al grande musicista Ciaikowskij.
Petipa eliminò subito i risvolti più inquietanti del racconto, a favore di una formula spettacolare che esaltasse maggiormente lo spirito favolistico, e con questo impianto la consegnò poi ad Ivanov, suo successore, che ne portò a termine la coreografia.
Così reinterpretata la versione dello "Schiaccianoci" tradì l’opera letteraria di Hoffman, giacché venivano ignorati i risvolti neri e psicologici della vicenda che si nascondevano sotto la favola, ma  fu egualmente un successo perché furono esaltati gli elementi tradizionali dell’amore, dei prodigi e dei divertimenti.
E’ Natale e siamo in una rispettabile famiglia alto borghese della Germania; Maria riceve in dono dal padrino-precettore Drosselmeyer, esperto in trucchi, automi e magie, uno schiaccianoci, un buffo soldatino dalla grossa testa e dai forti denti per rompere bene i gusci.
Felice, la fanciulla idealizza il soldatino e grande è il suo rammarico quando il dispettoso fratello Fritz glielo rompe ma, subito riaggiustato, lo schiaccianoci diventa il suo preferito.
Maria allora comincia a sognare, però i suoi sogni diventano incubi: dal buio escono, infatti, il Re dei topi e i suoi soldati immondi, ma lo Schiaccianoci, divenuto un bellissimo Principe , riesce a sconfiggerlo insieme ai soldati.
E allora Maria e il suo Principe-Schiaccianoci intraprendono insieme un bel viaggio che li condurrà tra balocchi e dolciumi, nel meraviglioso regno dei desideri, indizi di altri desideri ed altre delizie troppo precoci per una bambina, l’amore idealizzato nel Principe azzurro, e Drosselmeyer, che nell’ombra gestisce la favola, questo ben lo sa.
Al risveglio dal meraviglioso sogno la festa è finita e a rammentare a Maria la bella avventura  non restano che i ricordi e un piccolo soldatino di legno in un angolo.
Nello "Schiaccianoci", rappresentato nel 1892, per i russi la protagonista si è sempre chiamata Maria o Masha (per Dumas Clara), Drosselmeyer è stato definito burattinaio e la festa non è il Natale ma l’anno nuovo, dando risalto più all’aspetto favolistico che a quello psicologico, comunque, pur mutando in piccoli particolari, sostanzialmente identica è rimasta la versione.
Il balletto si sviluppa attraverso tre motivi narrativi, in un crescendo spettacolare che culmina con il divertissement finale, tra balli popolari, esotici e brillanti.
C’è il momento iniziale della festa in famiglia,  con le danze degli adulti e i giochi dei bambini, poi il secondo momento dedicato ai giocattoli e alle paure della bambina, con la battaglia fra i topi e i soldatini e la trasformazione dello Schiaccianoci in Principe, ed infine il momento di supremo romanticismo, quello dell’amore, con la navicella che trasporta i due giovani fuori dal mondo e in piena felicità, nel castello fatato dove regna la Fata Confetto.
Nell’apoteosi dell’amore e delle nozze, nel tripudio della festa, i due giovani sono cresciuti e sono pronti a vivere nel futuro.
Certamente Ciaikowskij, genio passionale e romantico che si era già cimentato col balletto scrivendo la bellissima musica del "Lago dei cigni", favola medievale e romantica, doveva essere in stato di grazia quando compose questa partitura, anche se non fu privo di dubbi il suo lavoro, della cui eccezionalità si accorse solo alla fine.
Attraverso le sei danze, la Cioccolata, danza spagnola affidata all’assolo delle trombe e al tinnire delle castagnette;il Caffè, sensuale danza araba; il The, danza cinese ,con flauti e ottavino; il trepak, danza russa popolaresca; la Danza degli zufoli, con flauti e trombe; Mamma cicogna e Pulcinella, ispirate a due canzoni popolari francesi; il valzer dei fiori, con l’esuberanza della grande orchestra e il Pas de deux, articolato nell’intrada, nelle due Variazioni e nella Coda, e poi l’apoteosi finale del Valzer, vorticoso e manierato ma ricco di eleganza, Ciaikowskij riuscì a creare un’atmosfera romantica e vivace, in sospensione tra fiaba e divertissement, in una tale ricchezza strumentale che sancì senza ombra di dubbio la nascita del primo balletto sinfonico.
Per le sue caratteristiche di favola buona, con l’espressione dei desideri universali di tutti i bambini, con la presenza dei giocattoli e dei dolci, la componente avventurosa  (con la battaglia fra i topi e i soldatini ), ed anche con la componente del gioco che fa un po’ paura ma che poi ha un lieto fine attraverso l’intervento del burattinaio che rimette tutto a posto, questo balletto divenne subito uno spettacolo adatto al clima natalizio e delle feste di fine anno, ben diverso nello spirito dalla fonte letteraria, il racconto di Hoffman improntato all’ horror e al fantasy.
La fortuna dello "Schiaccianoci" è andata crescendo sempre più nella storia della danza e, pur mantenendo le linee originali della trama, i più grandi coreografi, soprattutto negli ultimi anni, ne hanno offerto una rilettura moderna ed attuale, basterà ricordare la versione del compianto Nureyev, che ne approfondì i risvolti psicoanalitici, individuando nell’avventura di Maria un’iniziazione all’amore,uno scatto vitale che trasformerà la bambina in donna , nei topi la rappresentazione tangibile delle paure inconsce che emergono negli incubi notturni, e nella figura di Drosselmeyer, evocatore di presenze sotterranee, una sorta di educatore, di maestro di vita.
La bellezza di questo balletto risiede, comunque,  proprio nel suo essere una favola danzata, un magico sogno che può portare tutti i bambini, ma anche gli adulti che un poco restano bambini, a sconfiggere le paure dell’infanzia e a vagare liberi e felici, fra fiori che ballano, uccellini che cantano melodiosi, castelli di marzapane e case di cioccolata, in un mondo senza paure e fatto solo di dolcezze: non è, forse, questo l’eterno sogno dei più piccini?

 

donna in musica