I dolori del

 giovane Werther

di J. W. Goethe

 

 

"I dolori del giovane Werther", romanzo epistolare pubblicato nel 1774, è l’opera più rappresentativa del movimento dello Sturm und Drang, una delle espressione più grandi del Romanticismo, per l’infelice storia amorosa del giovane che s’innamora di una fanciulla già promessa sposa ad un altro e perché è rappresentazione emblematica di un'intera generazione di giovani che si opponevano, con profonda sensibilità, ad una società incapace di cambiare e di rinnovarsi, fossilizzata in privilegi antiquati che opprimevano le energie creative di una gioventù che sentiva il bisogno profondo di esprimere la propria individualità in ogni aspetto della vita.
E proprio il successo immediato tributato al libro, che, però, fu giudicato immorale e proibito in numerosi stati della Germania, anche nel tentativo di contenere l'ondata di suicidi che seguirono alla lettura del romanzo  (Goethe stesso fu testimone del recupero del corpo di una donna che s’era annegata vicino casa sua con una copia del Werther) e la fama internazionale riconosciuta al giovane Goethe, testimonia quanto il tema fosse sentite proprio dai giovani, che si commuovevano sull’infelice vicenda d’amore ma comprendevano anche le implicazioni politiche e sociali della storia.
Wether è un eroe del suo tempo, un giovane sensibile vittima del rigido ordinamento sociale, ma anche del suo esasperato ed esaltato soggettivismo, che lo porta allo scontro con la realtà soggettiva contro la quale non ha possibilità di vittoria, espressione in ciò dell’analoga situazione senza speranza della borghesia intellettuale emergente del tempo, in conflitto con l’assolutismo e l’aristocrazia.
I due temi, quello dell’infelice passione d’amore, tanto più dolorosa quando il giovane apprende che il suo amore è ricambiato ma non potrà essere vissuto, e della critica sociale rappresentano gli esiti diversi attraverso i quali si manifesta la volontà di affermazione delle leggi e dei diritti del cuore.
Non si può concludere un commento sul Werther di Goethe senza accennare, seppur brevemente, all’Ortis di Foscolo, scritto successivamente al romanzo tedesco e a lui ispirato.
Spesso si è parlato delle somiglianze tra le due opere e del romanzo italiano come di un’imitazione di quello tedesco, ma notevoli sono le differenze, soprattutto per quanto riguarda il pensiero della morte, che nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis è quasi dolce assuefazione e condurrà il protagonista ad un suicidio che è approdo sereno, mentre invece in Werther è punto di rottura totale, giacché predomina l’esasperazione anche nella scena finale.
Al sereno paesaggio primaverile rievocato da Jacopo Ortis nell’ultima lettera, al pensiero finale rivolto a Dio, con la Bibbia posata sul tavolino, e alla sepoltura avvenuta col conforto dell’amico sotterrato sul monte dei pini, si contrappone la notte tempestosa di Werther, che vaga sui monti, portato poi alla sepoltura e nessun sacerdote lo accompagnava!.

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