Casa

di Eleonora Bellini

 

 

L’antica casa è invasa di ricordi,

di inutili oggetti depredati  da usure

e da polvere, sempre più impervi da ordinare

in coerenti sequenze di memoria.

Facciamo

               un esercizio con le foto di Pisa

o con quelle scattate sulla spiaggia

di un’estate neppur tanto lontana e già fanée

(ne fu causa l’imperizia frettolosa del fotografo

o l’ora del tramonto che assorbiva

i colori dalle cose  rendendole fluttuanti oltre

ogni ragionevole forza

gravitazionale e tremebonde innanzi

all’imminente buio?).

Facciamo ancora l’esercizio di sparire

in fila indiana,

come passeggeri esausti allo sportello,

come condannati ad un eccidio,

come anime affannate alle paludi

di Stige, noi, che  siamo

 esseri immolati alle sirene

roche dell’ultimo traghetto della sera.

Quando avremo conquistato il nostro

documento di viaggio, nella casa vuota

chi sosterrà polvere e ragne e peso

                                                           delle cose?