Gianmario Lucini

 

Canzone umana

 di Giuseppe

 

  

Questa d’amarti sublime follia

vita viverti accanto

amare tuo figlio il tiranno gentile

            - io, maggiordomo del sublime

            e falegname del retrobottega -

nell’oblio di me che trascende

il mio stesso silenzio

            - né canterà poeta uno soltanto

            dei baci che mi devi…

  

Ignota mia vita compressa

fra il tuo amore silente e il mio ruolo

di uno che reciti il proemio e appaia

in una scena o due

e venga poi murato nel silenzio. Ma io

il tuo tepore di donna bramavo

in un mistico delirio fra le mie braccia

di te saziarmi e dello stesso sogno

sereno d’ogni gente popolana - avrei

per te varcato i confini del mare

sfidato il fuoco, il turbine del male

che brucia nell’aria del secolo vile

 

per un solo momento negli occhi

vederti di me un desiderio

e della mia mitezza

che sgorga da un biblico canto,

 

amore che mai mi cingesti

d’una passione, una brama..

 

da Apocrifo (inediti, 1984 - 2000)