L'IMPORTANZA
DEL GIOCO
nel bambino di oggi
Lo sviluppo cognitivo, sociale,
affettivo del bambino viene
strutturato attraverso il gioco;
quanto più e quanto meglio il bimbo
avrà modo di vivere esperienze di
gioco simbolico, tanto più e tanto
meglio si qualificheranno le sue
abilità socio-affettive, relazionali e
cognitive, in un rapporto di
causa-effetto di tipo qualitativo e
quantitativo.
Giocare è divertimento e, proprio per
questo è per il bambino il miglior
modo di apprendere.
Le varie teorie sul gioco confermano
non solo che questo costituisce un
elemento fondamentale nello sviluppo
del bambino, ma che caratterizza anche
la futura esistenza dell’adulto.
PIAGET classifica i giochi infantili
in :
GIOCHI DI ESERCIZIO SEMPLICE CHE
INIZIANO FIN DAI PRIMI MESI DI VITA e
sono legati principalmente alle
esperienze sensoriali e motorie che il
bambino stesso può provocare ( gioco
sensomotorio);
GIOCHI SIMBOLICI NELLO STADIO DI
SVILUPPO CHE VA DAI DUE AI QUATTRO
ANNI periodo in cui la qualità emotiva
è caratterizzata dal totale
assorbimento nel gioco;
GIOCHI DI REGOLE che si costituiscono
nel secondo stadio dai quattro ai
sette anni, si consolidano nel terzo
stadio dai sette agli undici anni e
continuano ad evolversi nel corso
dell’intera esistenza.
VISALBERTI (1958) pone il gioco, in
quanto attività automotivata, alla
radice di ogni processo cognitivo
significativo e definisce
“LUDIFORMI”tutte quelle attività
dell’adulto che conservano le
caratteristiche del gioco infantile,
dallo sport, al gioco delle carte, ai
giochi di società, agli
scacchi…….tutte quelle attività che
esulano dalla logica economicistica
per riportarci al principio del
piacere.
Per esemplificare pensiamo all’anziano
che si diletta a fare le parole
crociate : prova piacere e, nello
stesso tempo mantiene attiva
l’attività cerebrale evitando così
l’atrofia cerebrale senile.
ATTRAVERSO QUESTE PREMESSE SI COMINCIA
AD INTUIRE QUANTO IL GIOCO, SALUTARE
FONTE DI PIACERE, SIA IN REALTA’ , UN
ELEMENTO FONDAMENTALE NELL’INTERA
ESISTENZA DELL’ESSERE UMANO.
Vi sono diverse teorie che definiscono
il gioco in rapporto allo sviluppo
dell’uomo.
Molti elementi di queste teorie
confermano non solo che questo
costituisce una componente
fondamentale nello sviluppo del
bambino, ma che caratterizza anche
tutta l’esistenza dell’adulto.
-
KARL
GROOS (1898,1901) lo definisce come un
esercizio preparatorio dell’uomo alla
complessità della vita adulta
-
-
CLEPAREDE
(1909) sostiene che il gioco ha la
funzione di dirigere le tendenze
inconsce dell’uomo verso la loro
sublimazione (teorie de la catharsis)
avviene così che gli istinti
cattivi dell’uomo si trasformino in
forme d’arte
-
FREUD
(1929) afferma che il bambino gioca
per riuscire a dominare ansie,
frustrazioni, traumi e che tali
dinamiche ludiche, continuano ad
esistere anche nella vita adulta
-
-
PIAGET
(1964-1972) parla di una teoria del
gioco come “assimilation” e
“accomodation” con la realtà .Il gioco
serve quindi a soddisfare l’”IO”
trasformando la realtà secondo i
propri desideri.(incorporazione degli
eventi, delle cose, delle persone
nelle strutture psichiche esistenti e
riorganizzazione delle strutture
mentali sulla base di nuove
esperienze)
-
-
J.S.BRUNER(1981-1987) considera il
gioco come
uno strumento capace di far uscire il
bambino dall’immaturità che lo
accompagna nelle varie fasi dello
sviluppo .Lo studio delle teorie
etologiche inoltre lo porta a
sostenere che la diversità e la durata
del gioco nell’uomo rispetto
all’animale, è una differenza
qualitativa connessa con lo sviluppo
del linguaggio
-
-
SCHILLER
sostiene che “l’uomo è veramente tale
solo quando gioca” perché si ritrova e
si conosce: giocando, infatti, ogni
individuo riesce a liberare la propria
mente da contaminazioni esterne, quale
può essere il giudizio degli altri, e
ha la possibilità di scaricare la
propria istintualità ed emotività
-
-
VISALBERTI (1958) PONE IL GIOCO
ALLA RADICE DI OGNI PROCESSO COGNITIVO
SIGNIFICATIVO E DEFINISCE “LUDIFORMI”
LE ATTIVITA DELL’ADULTO CHE CONSERVANO
LE CARATTERISTICHE DEL GIOCO INFANTILE
-
BRUNO
BETTELHEIM (1987) sottolinea
l’importanza del gioco per un sano
sviluppo psico-fisico del bambino.
Nel suo libro “ Un genitore
quasi perfetto” afferma : è attraverso
il gioco che il bambino comincia a
comprendere come funzionano le cose .
che cosa si può o non si può fare con
determinati oggetti e perché; mentre,
giocando con gli altri bambini, si
rende conto delle leggi del caso e
delle probabilità e delle regole di
comportamento che vanno rispettate.
I bambini che hanno scarse
occasioni di giocare tendono a
presentare gravi carenze o addirittura
un arresto dello sviluppo
intellettivo, perché nel gioco e
attraverso il gioco il bambino
esercita i processi di pensiero, e,
senza tale stimolo, il pensiero si
appiattisce e si atrofizza.
-
MELANIE
KLEIN è la prima psicanalista che
utilizza il gioco per l’analisi
infantile che costituisce
l’equivalente delle libere
associazioni nell’adulto.
-
Oggi
esistono i “gioco-laboratori
d’ascolto” definiti la via regia
all’inconscio dei bambini per capire
situazioni d’isolamento, difficoltà di
apprendimento,carenze di affetto
etc……..
UNA DELLE CARATTERISTICHE DEL GIOCO E’
LA SUA “IMPRODUTTIVITA’” ECONOMICA MA
SI RIVELA ALTAMENTE PRODUTTIVO
RISPETTO AL LIBERO SVOLGIMENTO E
ALL’ARRICCHIMENTO DELLA STESSA
ATTIVITA’ LUDICA E DELLA PERSONALITA’
DEL BAMBINO
NEL GERGO COMUNE LA PAROLA “ GIOCO “
INDICA UN’ATTIVITA’ GRATUITA, PIU’ O
MENO FITTIZIA, CHE PROCURA UN PIACERE
DI TIPO PARTICOLARE. QUESTA ATTIVITA’
E’ CHIAMATA LUDICA DAL TERMINE LATINO
“LUDUS” CHE SIGNIFICA GIOCO.
NEL GIOCO IL BAMBINO SVILUPPA LE
PROPRIE POTENZIALITA’ INTELLETTIVE,
AFFETTIVE E RELAZIONALI.
A SECONDA DELL’ETA’, IL BAMBINO,
GIOCANDO, IMPARA AD ESSERE CREATIVO,
SPERIMENTA LE SUE CAPACITA’ COGNITIVE,
SCOPRE SE STESSO, ENTRA IN RELAZIONE
CON I COMPAGNI E SVILUPPA, QUINDI
L’INTERA PERSONALITA’.
Il gioco, quindi, come asserisce il
romantico RICHTER è
UN’ATTIVITA’ TREMENDAMENTE SERIA
A questo punto proviamo a riflettere
su come e con cosa giocavano i bambini
di cinquant’anni fa e proviamo a
paragonare l’attività ludica di allora
con quella attuale.
Non è difficile ricordare che il gioco
all’aperto, non ridotto all’ambito di
un piccolo giardino privato era
sicuramente il più ambito.
Dava la possibilità al bambino di
giocare con i bambini della contrada
sviluppando la socializzazione e
stimolando i primi concetti di regole
di comportamento e di rispetto per gli
altri proprio attraverso le regole del
gioco.
Nel gioco della tradizione vince la
capacità di adattamento all’ambiente.
In questo senso è estremamente
creativo e favorisce uno sviluppo
psico-fisico armonico e globale.
Erano altri tempi, certo…….tempi in
cui era possibile giocare per la
strada e nella campagna alla ricerca
della propria “isola felice”.
Io avevo trovato davvero un’isolotto
in cui rifugiarmi in aperta campagna
e, da adulta ho comprato casa ,
inconsciamente , proprio vicino a
questa “isola”.
Il contatto con la natura poi si
rivelava sicuramente molto stimolante
:
Io ricordo con nostalgia le sere
d’estate passate con i miei compagni
di gioco a cercar lucciole, quei
piccoli animaletti luminosi pieni di
fascino e di mistero nascosti tra il
grano , i papaveri e i fiordalisi (
ormai scomparsi).
Veniva spontaneo chiedersi e
raccontarsi nozioni e leggende su
questi insetti.
Quando c’era vento si usciva con
l’aquilone che volava alto nel cielo ,
si rincorrevano farfalle cercando di
catturarle quando si posavano sui
fiori.
Ancora oggi, ripensando a queste cose
provo una gioia nel cuore, la gioia
procurata da queste emozioni.
Tutti i bambini della contrada
giocavano insieme utilizzando
sassolini,biglie,figurine e,quando
c’erano, i primi veri giocattoli.
La bimba che possedeva una bambola era
sicuramente privilegiata ma la
prestava volentieri, per condividere
con l’amichetta il gioco più antico
del mondo.
Si scimmiottava quello che faceva la
mamma con la sorellina riempiendo di
cure e d’amore quel piccolo essere
inanimato che ricordava così tanto la
nuova nata.
Passavamo ore ad accudire la bambola,
a lavarla, a pettinarla, a farla
addormentare cullandola o portandola a
passeggio nella carrozzella.
In questo gioco di immedesimazione si
poteva attenuare il problema della
rivalità fraterna e il conseguente
senso di colpa che ne derivava.
Era bello poi fingere di fare la
spesa, cucinare con padelle in
miniatura ,pranzare ,prendere il tè
con le amiche e andare a messa .( io
ero così fortunata che avevo un
amichetto che adorava fare il prete e
recitava la messa a memoria
dall’inizio alla fine).
Giocare al gioco simbolico era davvero
un momento magico che dava un piacere
immenso.
Era possibile vivere e scoprire
l’ambiente e la vita giocando in modo
autonomo, esercitando, quindi, la
libera scelta dei giochi e, ancor più
dei compagni di gioco; era possibile
giocare con bambini più grandi o più
piccoli, utilizzando spesso materiale
non strutturato per ricostruire
situazioni e ambienti , giocare anche
senza strumenti utilizzando
l’immaginazione e la creatività.
Giocare ci estraniava dal mondo reale
e ci permetteva di entrare nel
fantastico mondo dei sogni.
Certo c’era anche la scuola, i compiti
da fare, qualche piccola incombenza in
casa, ma sapevo che poi potevo giocare
e liberare la fantasia sviluppando
inconsciamente la creatività.
Anche la lettura era una cosa che mi
appassionava e lessi tutti i libri per
ragazzi che c’erano in casa.
Ogni volta riuscivo ad immedesimarmi
con un personaggio e il racconto
diventava sempre più intrigante e
affascinante.
Era un modo piacevole di apprendere
senza fatica .
COME GIOCANO E QUANTO LEGGONO I BIMBI
DI OGGI?
Il mondo è cambiato radicalmente
perché in cinquant’anni sono state
fatte davvero moltissime scoperte
tecnologiche.
E’ nata la televisione, il computer,
la play station, i video-games, i
cellulari…………
Tutte scoperte bellissime e davvero
utili che però hanno allontanato quasi
completamente i bimbi di oggi dal
gioco tradizionale e dalla buona
lettura.
Il tempo a disposizione è limitato: la
scuola a tempo pieno, un’eventuale
attività sportiva ( il calcio , la
danza, la palestra , il basket, il
nuoto….) e poi …..la televisione per
il programma preferito , la
play-station o il game-boy che
comportano comunque notevole tensione
( game= competizione).
E il tempo per il gioco simbolico
….dov’è rimasto?
Il contatto con la natura dove
scaricare tensioni , liberare la
fantasia, stimolare la curiosità
…….dov’è rimasto?
Il gioco dell’affetto ( bambola o
orsetto/animaletto ) che stimola i
sentimenti , le emozioni, attenua le
paure e dà sicurezza ….. dov’è
rimasto?
Già ho potuto constatare nei miei
figli che oggi sono adulti, questa
tendenza a tralasciare il gioco
tradizionale nonostante comprassi loro
tantissimi giocattoli stimolanti,
dalle costruzioni Lego, al trenino
elettrico, agli aerei da montare, al
forte con i soldatini,e alle femmine
bambole….bambole…..e ancora bambole .
Per fortuna c’erano ancora giocattoli
adatti che mi permettevano comunque di
appassionarli al gioco fantastico,
anche se erano attratti e distratti
da altro.
I bimbi di oggi non sanno più giocare,
per questo è necessario rieducarli
all’amore per il gioco e per il
giocattolo tradizionale.
Proviamo a pensare ai nostri ragazzi
di oggi molto diversi dagli
adolescenti di 50 anni fa.
In cosa consiste questa differenza
sostanziale e perché si è creata?
Pensiamo ai valori del passato : la
famiglia, il matrimonio, i figli, il
sogno di un lavoro fisso e
gratificante, le fede religiosa, le
regole da rispettare nella società,
l’amore per la patria……
Giocare nel modo giusto e con
eventuali strumenti adeguati ci
aiutava a credere in questi valori e
ad affrontare la vita con tutte le sue
problematiche con lo stimolo e lo
spirito giusto, alla ricerca della
felicità interiore.
C’erano degli ideali, dei sogni nel
cassetto da raggiungere e si ponevano
le basi per affrontare gli ostacoli
che si potevano presentare alla loro
piena realizzazione.
Il gioco del maternage per le femmine
stimolava sicuramente la voglia futura
di avere dei bimbi da accudire ed
educare e ci preparava a diventare
adulti responsabili. A questo
proposito mi pare interessante
ricordare che già anticamente si
considerava basilare la funzione del
gioco per stimolare nel bambino le
scelte di vita futura, basti pensare a
quanto descritto nel IX capitolo dei”
Promessi sposi” riguardo alla monaca
di Monza le cui bambole vestivano
esclusivamente abiti monacali.
La bambola che simbolicamente
rappresenta il bambino veniva amata,
rispettata, sgridata se necessario (
nel gioco simbolico di finzione )
curata, pettinata, lavata, accudita
esattamente come faceva la mamma con
sorelline o fratellini più piccoli di
noi.
Era il simbolo dell’affetto, delle
emozioni, dei sentimenti……….era la
nostra migliore amica , e, giocare ci
estraniava dalla realtà magari
difficile da accettare , dalla
sofferenza interiore che c’è in ognuno
di noi nelle varie circostanze della
vita.
GIOCARE E’ IL MODO MIGLIORE DI
ESTRANIARSI TEMPORANEAMENTE DA UNA
REALTA’ CHE NON PIACE , CREANDOSI
UN’OASI DI PACE E DI SERENITA’CHE
PROCURA PIACERE ALLO SPIRITO E ALLA
MENTE.
Chi impara a giocare nei modi e nei
tempi giusti,custodirà come un bene
prezioso e insostituibile questa
modalità di intervento nei vari
momenti di sconforto e di malessere
vitale.
Proviamo ora ad analizzare come
giocano le bimbe di oggi : le bambole
ci sono ancora e costituiscono
sicuramente l’oggetto/giocattolo
regalo più diffuso.
La classica bambola-neonato tipo”
Cicciobello “ viene propinata molto
presto, spesso nel primo anno di vita
e, nel secondo anno già si passa alla
bambola-bambina tipo “Sbrodolina”.
Nel terzo anno nasce l’interesse verso
la bambola adolescente ….la Barbie con
il suo mondo ricco di abiti
firmati,lusso e divertimento.
Affiancata alla Barbie trova interesse
la nuova Bratz e le Winx , pupattole
pubblicizzate in televisione
attraverso i cartoni animati che, per
questo, suscitano l’approvazione delle
bambine.
Viviamo nel mondo del benessere con
tutti i suoi risvolti positivi e
negativi.
Tutti i bimbi hanno giocattoli in
grande quantità ma giocare non è più
un piacere.
E’ più semplice passare ore ed ore a
guardare la televisione che, purtroppo
oggi offre molto poco ai bambini.
Quando ero piccola la televisione
faceva il suo esordio e le prime ore
pomeridiane erano proprio dedicate
alla TV dei ragazzi che alternava
cartoni animati di Walt Disney a
splendidi documentari sulla vita, le
abitudini e le tradizioni dei bambini
di tutto il mondo.
Il passaggio tra una tipologia di
bambola e l’altra è sicuramente troppo
rapido e non offre la possibilità di
approfondire e di indirizzare , con i
giusti valori , il processo di
crescita individuale.
Già verso i quattro-cinque anni,
l’interesse della bimba si sposta
verso il gioco tecnologico che
sviluppa sicuramente la capacità
intuitiva e gestuale, a totale scapito
della crescita naturale
(socializzazione,emotività,sentimenti,valori,fantasia,creatività)
Non dimentichiamo inoltre che
pochissimi bambini oggi hanno a
disposizione grandi spazi aperti per
giocare e per socializzare con i
compagni.
Il gioco, come è vissuto dalle nuove
generazioni è individuale e
ripetitivo.
Basti pensare a quante ore i bimbi
passano a giocare da soli alla
play-station, con il computer, con il
game-boy o a guardare reality alla
televisione.
Il mondo fantastico del gioco
simbolico non trova spazio
nell’infanzia delle nuove generazioni.
Questa situazione si riscontra già
negli adolescenti di oggi che, a mio
avviso, si rifugiano nella droga per
sfuggire alla realtà proprio, ma
sicuramente non solo, perché non hanno
acquisito e sperimentato la
possibilità di estraniarsi da un mondo
che non piace, attraverso altre
modalità sicuramente più consone e
accettabili, quelle modalità che solo
il gioco simbolico e il gioco di
regole possono insegnare. Ieri sera ho
casualmente visto una trasmissione tv
sul canale” Italia 1” intitolata
“Lucignolo”.
Credevo di sapere abbastanza sugli
adolescenti di oggi, ma mi sbagliavo.
L’argomento
trattava dei video ripresi con il
cellulare nelle scuole e poi girati ad
un sito internet (www.scuolazoo.it
mi pare) per essere visti da tanti
altri adolescenti che fanno
dell’emulazione la loro scuola di
vita.
Intervistando una ragazza protagonista
sul perché facesse certe cose, sono
rimasta allibita nel sentire che si
trattava per lei “DI UN GIOCO”.
La stessa cosa succedeva quando
chiedevano ai ragazzi che lanciavano
sassi dal cavalcavia uccidendo persone
innocenti, fatto che si è ripetuto
qualche giorno fa proprio vicino a
noi.
Ancora più sconvolgente e blasfemo è
stato il video di un gruppo di ragazzi
di quinta liceo che toglievano Gesù
dal crocifisso e lo torturavano e
maltrattavano simbolicamente quasi a
voler ripetere la sua flagellazione.
COME HANNO GIOCATO DA PICCOLI QUESTI
NOSTRI ATTUALI ADOLESCENTI?
L’infanzia, il suo vissuto, i suoi
insegnamenti, le sue
frustrazioni,determinano la vita
futura dell’adulto.
Il gioco simbolico è il modo migliore
per fuggire da una realtà che non
piace ma se questo passaggio naturale
non è stato vissuto , insegnato nel
momento opportuno e indirizzato
indirettamente verso i veri valori
della vita, sarà sicuramente
sostituito da quello che la società ci
mette a disposizione.
L’IMMAGINAZIONE CREATRICE SI ESPRIME,
NELLA PRIMA E NELLA SECONDA INFANZIA,
SOPRATTUTTO A LIVELLO DEL GIOCO, LA
CUI FUNZIONE E’ QUINDI ESSENZIALE
ANCHE PER LO SVILUPPO DI QUESTA SFERA
FONDAMENTALE DELLA VITA DEL SOGGETTO.
Dalla mia esperienza personale di
collezionista di bambole giocate e
abbandonate posso rilevare che molto
spesso, soprattutto in questi ultimi
dieci anni, trovo bambole pasticciate
con la penna, bambole con capelli
malamente tagliati ( tantissime,
soprattutto nel caso di Barbie )
bambole prive di vestiti, sporche e
addirittura tagliate con le forbici in
parti del corpo particolari, tutto
questo solo con bambole abbastanza
recenti, mai nel caso di quelle di
vecchia produzione.
La bambola vecchia può essere sporca
perché conservata per lunghi anni in
soffitta o rotta perché realizzata con
materiali delicatissimi , ma mai”
maltrattata”.
Cosa possiamo dedurre da questa
particolarità?
Io ipotizzo l’idea che il gioco della
bambola nella bambina del passato
rivestiva davvero quel significato
magico del naturale processo simbolico
d’immedesimazione nel ruolo materno,
come impulso imitativo che la aiutava
a varcare i limiti dell’infanzia, per
proiettarsi nel mondo degli adulti e
impersonarne i ruoli.
Il gioco simbolico era vissuto come
buona occasione per sperimentare e
imparare ruoli adulti senza subirne le
conseguenze delle azioni e quindi
apprendere in una situazione meno
rischiosa di quella reale.
Giocare era una scuola di vita
spontanea e naturale che, procurando
piacere, trasmetteva indirettamente i
veri valori della vita.
La bambina di oggi non prova più amore
per la bambola che ha perso
sicuramente quel rilevante significato
simbolico ed è considerata un
giocattolo qualunque da pasticciare,
rompere, lanciare come una palla.
Ecco perché a questo punto è
necessario intervenire nel gioco
spontaneo, per stimolare,guidare e
anche insegnare le regole del gioco,
affinché esso diventi interessante e
acquisisca di nuovo un significato e
un valore educativo autentico.
Perché, a questo punto ci stupiamo
quando leggiamo sul giornale che una
mamma ha ammazzato il suo bambino o
l’ha buttato nel cassonetto
dell’immondizia o lo maltratta ?
Se la teoria di Freud non è una farsa
questo è il risultato del vissuto
infantile del soggetto.
E se la logica non è un’opinione il
gioco spontaneo simbolico non
indirizzato ne è la causa.
Ecco perché uno degli obiettivi che
mi sono prefissata di raggiungere è
proprio quello di far rinascere nelle
bimbe di oggi l’amore per la bambola.
E’ inutile domandarsi perché tra gli
adolescenti di oggi si riscontra
questa totale mancanza di valori,
perché la depressione è sempre più
diffusa,perché fumarsi uno spinello è
diventato “ normale”, perché sentire
il telegiornale è agghiacciante,
perché c’è un esubero nelle carceri ,
perché le famiglie si
sfasciano…………………………..se si continua a
lasciar andare il mondo in questo
modo.
A questo punto bisogna fare un tuffo
nel passato e cercare tutto ciò che è
stato perso, accantonato, abbandonato
perché considerato obsoleto e
riesumarlo davvero.
E’ necessario garantire e restituire
ai bambini il tempo e lo spazio per
dare libero sfogo a tutte le loro
pulsioni interne, assicurare loro
aiuto e complicità,mantenendo il ruolo
di guida.
Tutti i documenti internazionali
affermano il diritto al gioco del
bambino che viene giustamente
considerato bisogno primario
dell’infanzia e basato sul
riconoscimento della pienezza umana in
ogni fase della vita, ma cosa si fa in
pratica?
Io propongo la creazione di questo”
Museo della bambola abbandonata (e del
giocattolo dimenticato )”specchio
dell’infanzia abbandonata, affinché i
nostri bimbi ritrovino l”AMORE”, nel
giocattolo e nel grande valore della
solidarietà.
Ovviamente per raggiungere al meglio
gli obiettivi che mi sono proposta di
raggiungere, non basta la visita
guidata ad un museo per risvegliare
sentimenti ed emozioni latenti o
dimenticati o addirittura sconosciuti,
ma è indispensabile abbinare al museo
una particolare LUDOTECA , UNICA NEL
SUO GENERE , CON LABORATORI CREATIVI .
La “1° mostra di bambole abbandonate”
realizzata dal 5 al 14 Maggio presso
il Salone “Bordogna” della Fondazione
Cicogna Rampana di Palazzolo S/O è
stata un successo insperato
Le sei classi che sono venute a
visitarla hanno dimostrato un
interesse e un entusiasmo incredibili.
Datemi questa grande opportunita’di
fare qualcosa per i nostri bimbi e
soprattutto per quelli più
sfortunati………………
A questo proposito il 9 luglio 2007 ho
seguito su rai tre un’interessante
trasmissione intitolata “ Bambini
dimenticati”, una specie di
documentario sui bambini di strada di
Najrobi.
Li sono molti i bimbi che non hanno
nessuno che si occupa di loro e
imparano fin da piccoli a sniffare
benzina e colla.
Alcune associazioni o fondazioni hanno
cominciato a occuparsi di loro
utilizzando tutti interventi educativi
rivolti al gioco , al teatro,
all’attività circense, dove questi
ragazzi diventavano protagonisti di
vita sviluppando la fantasia e la
creatività senza più bisogno di
sniffare per estraniarsi dalla loro
realtà così difficile da accettare.
Anche in quei posti dove è già
difficile sopravvivere e recuperare
l’indispensabile, hanno capito che per
il bambino è proprio IL GIOCO il
fulcro di una sana crescita di
speranza nel futuro, il tutto
circondato da un alone di amore e di
affetto.
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PROGETTO LUDOTECA CON LABORATORI
CREATIVI
Visita guidata al museo
1)
deve
essere intrigante e stimolante
,passando dalla carrellata storico-
descrittiva della bambola o di altro
giocattolo, all’immaginario
socio-ambientale dell’epoca trattata,
sottolineando particolarità e
curiosità che destano l’interesse dei
bambini , creando quell’atmosfera di
mistero e di tradizione, di favola ,
di sogno…………
2)
Il
bambino deve estraniarsi dalla realtà
e imparare ad entrare con
l’immaginazione in un mondo diverso
dove esistono altre realtà iniziando
già con la visita guidata a stimolare
la fantasia…….
3)
L’ingresso alla ludoteca deve essere
un’esigenza che nasce da loro, dalla
loro curiosità, dalla voglia di sapere
, di conoscere, di imparare, stimolata
dall’abilità dell’interlocutore……….
4)
Mai e poi
mai deve diventare un’imposizione
prestabilita……
SE DAL GRUPPO EMERGE LA VOGLIA DI
APRIRE LE PORTE DELLA LUDOTECA , SI
TROVERANNO DI FRONTE PERSONE ADULTE
INTENTE A” GIOCARE”: CHI TAGLIA, CHI
CUCE ,CHI IMPASTA FOGLI DI GIORNALE
PER CREARE LA CARTAPESTA, CHI MODELLA,
CHI LAVA E PETTINA BAMBOLE ABBANDONATE
, CHI REALIZZA IL PLASTICO DI UN
TRENINO …………………………………….
Tutto questo ovviamente in maniera
virtuale, attraverso proiezioni di
filmati realizzati allo scopo di poter
visualizzare dal vivo le attività del
laboratorio creativo.
A QUESTO PUNTO SI RACCOGLIERANNO
PRENOTAZIONI PER INTRATTENIMENTI ORARI
PROGRAMMATI A GRUPPI DI QUATTRO-CINQUE
BAMBINI CHE HANNO VOGLIA DI “GIOCARE”.
Le bambole e altri giocattoli
“dimenticati” necessari per dar vita
ai laboratori creativi saranno
facilmente reperibili organizzando un
centro di raccolta bambole e giochi
abbandonati.
Una specie di” discarica del
giocattolo” .
Una fattiva e collaborativa pubblicità
attraverso il giornale locale e i
quotidiani cittadini divulgherà giorni
prestabiliti e orari ben definiti per
la raccolta.
L’attività principale del laboratorio
creativo sarà ridare vita e splendore
alle bambole abbandonate e ai
giocattoli dimenticati IMPARANDO
INDIRETTAMENTE L’ARTE DEL RECICLO,
SVILUPPANDO LA MANUALITA’, LA
CREATIVITA’, IL CULTO DEI RICORDI, LA
GIOIA DEL RESTAURO, L’AMORE PER LA
STORIA INTESA COME PASSATO DA
CONOSCERE, LA NASCITA DI EMOZIONI………….
TUTTO QUESTO IN UN CONTESTO FIABESCO
DOVE LA FANTASIA E’ SOVRANA.
“PREVENIRE E’ MEGLIO CHE CURARE”
Nel passato abbiamo avuto un grande
imprenditore nel campo della bambola e
del giocattolo che ha operato e creato
considerando il gioco formativo e
creativo come esperienza fondamentale
per tutti i bambini, necessaria al
loro sviluppo psicofisico,fonte
continua di apprendimento e di stimolo
conoscitivo : Gervasio Chiari.
Non per niente ha ottenuto nel 1977
l’ambito premio della Fondazione Carlo
Erba “NUOVE DIMENSIONI UMANE” quale
riconoscimento alla TG SEBINO per
l’opera di ricerca e di “analisi
scientifica del gioco infantile”.
La grande opportunità che ho avuto di
poterlo conoscere personalmente mi ha
dato modo di verificare quanto questo
“grande uomo” si sia meritato questa
ambita onorificenza.
Oggi purtroppo queste figure
imprenditoriali italiane non esistono
più.
Oggi il giocattolo e il gioco sono
presi poco in considerazione e creati
e modellati secondo le esigenze del
mercato, accantonando la vera e
indispensabile funzione del gioco e
del giocattolo che è quella di
stimolare una sana crescita
psico-fisica del bambino.
IL GIOCATTOLO E IL GIOCO DEVONO ESSERE
CREATI IN FUNZIONE DEL BAMBINO E NON
SOLO IN FUNZIONE DEL MERCATO.
PUNTARE TUTTA LA NOSTRA ATTENZIONE SUL
GIOCO VUOL DIRE PUNTARE AL FUTURO , AD
UNA SOCIETA’ PRIVA DI PIAGHE DA CURARE
E RISANARE.
La trasformazione del giocattolo da
“bene voluttuario” in “ bene
sociale”era stato un passo davvero
importante che testimoniava il
riconoscimento e la consapevolezza del
valore universale del gioco e del
bambino.
Le nuove scoperte tecnologiche che
hanno contribuito enormemente a
fornire nuovi elementi diventati ormai
indispensabili alla società attuale ,
hanno però involontariamente offuscato
la concentrazione sulla consapevolezza
italiana appena acquisita della
funzione altamente educativa del
giocattolo che ha perso piano piano il
suo ruolo primario nell’infanzia.
L’evolversi di questa tendenza e la
sempre crescente invadenza della
produzione cinese, decisamente
competitiva dal punto di vista
economico, ha determinato il crollo di
tutte quelle Ditte Italiane ( davvero
tante) che dal dopoguerra , periodo di
entusiasmante rinascita, ad oggi,
hanno dovuto subire un’inesorabile
declino.
Ricominciare a puntare l’attenzione
sul gioco e sul giocattolo
tradizionale e, quindi sui diritti del
bambino vuol dire forse ridare vita
alla grande competenza dimostrata
dall’industria Italiana del
giocattolo.
Se la bambola e il giocattolo
“dimenticato” ritornano ad essere
amati dai bambini e ricomincia a
diventare un’esigenza di mercato,
assisteremo certamente alla nascita di
nuovi talenti.
Nel frattempo è necessario
intervenire, attraverso la creazione
di un museo dinamico, proponendo la
conoscenza storica della produzione
italiana e non solo, del giocattolo
tradizionale e del gioco simbolico.
Rivalutare e riconsiderare
l’importanza del gioco vuol dire
prendersi cura finalmente del
bambino.
Non dimentichiamoci MAI che il bambino
di oggi e’ l’adulto di domani.
QUESTO E’ IL MIO PROGETTO
Palazzolo S/O ottobre
2007____________________
ARCAINI PEREGO BRUNA
VIA VANZEGHETTO SOPRA 42
25036 PALAZZOLO S/O BS
TEL 0307301622 cell.
32OO928792
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