Antonia Chimenti


PURA GIOIA

 


Era una mattina d'estate. Ai suoi piedi sabbia bianca e fine. Alle sue spalle una fitta pineta. Onde calme lambivano dolcemente la battigia. Il sole non dardeggiava ancora, ma le sue pagliuzze dorate formavano un riflesso scintillante sulla superficie del mare. Una brezza leggera alitava tutt'intorno. Cedette alla tentazione. Lo Ionio le allargava le sue braccia ospitali, in un incanto di luce e profumi di resina. Si incamminò e procedette lentamente seguendo la scia luccicante, dono del sole alle onde. Non si sentiva un' intrusa, ma un' amica/amante degli elementi. Si volse verso la riva. Gabbiani silenziosi la osservavano. Ripercorse lentamente il cammino a ritroso per non disturbarli. Non si mossero;continuavano ad osservarla in silenzio. si sedette sulla riva accanto a loro. Solo allora si accorse che qualcuno la stava chiamando.
Fu un'estate felice. Sole, mare, visite a parenti e al passato, sempre vivo in quei luoghi, dove la bellezza della natura si armonizzava con quella dell'arte. Ma tutto questo era secondario rispetto ad una consapevole, piena, pura felicità, la felicità di amare qualcuno, per la prima volta in un innocente e fiducioso abbandono. Si meravigliava che non tutti capissero in quale meraviglioso incantesimo si trovasse, e si meravigliava dell'esiguità del suo corpo, levigato dagli elementi e dall' Amore. Realizzava nella semplicità di un legame la dolcezza assaporata durante la lettura di fantastiche leggende. Ulisse si incarnava in quel volto brunito dal sole, in quel naso sbarazzino, in quegli occhi che sapevano leggere la realtà, in quei riccioli capricciosi, in sintonia col carattere del loro proprietario. Non le risparmiava scherzi e stuzzicava la sua gelosia, ma lei rispondeva con la sicurezza di chi sentiva che il suo orizzonte non conosceva nuvole.


Antonia Chimenti

                                                            

                                                        

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