Antonia Chimenti

Pensieri,parole,emozioni

 

Bozzetti mediterranei

 

Un cavaliere mediterraneo

"Signori si nasce..." recita un adagio. Rocco può vantare questo merito. Par sfiorare, quasi in superficie, le cose, gli esseri, la vita; ma dietro l'espressione sorniona ed apparentemente trasognata è presente con l'azione rapida e di immediato effetto. Poche parole, appena suggerite, sottendono un fondo di riflessione e di saggezza acquisite con gli anni e con l'esperienza. A chi gli si rivolge col dovuto e meritato titolo di "Cavaliere" risponde con ironia: "Macché cavaliere! Voglio ancora i cavalli da cavalcare, come al mio paese, con mio fratello..." Estrae l'insegna di onorificenza, che non esibisce, ma mostra agli amici, e la ripone. Quanta nostalgia in questo accorato rimpianto, in questa rievocazione di uno stralcio di vita trascorsa in Italia, nelle Puglie! Quanto pudore negli affetti! Vien fatto di ricordare l'accoramento espresso da Albert Camus, in cui tutti si riconoscono: "Oh jeunesse, dont le souvenir desespere!"
Quando Rocco racconta eventi passati non opprime l'interlocutore; evoca, piuttosto, e da' l'impressione di parlare di un'altra persona, senza compiacimenti e senza enfasi arrogante. Teme di aver dimenticato la lingua italiana, ma non è affatto vero; il suo linguaggio è incisivo, il timbro della voce caldo e profondo. Il linguaggio di Rocco è quello tipico di chi è abituato a molto meditare e che pertanto fa affiorare solo in parte questo percorso interiore. Quest'attitudine introspettiva gli permette di cogliere al volo, con estrema sensibilità e con generosità, situazioni complicate. E' sorprendente sentirlo parlare con tanta dedizione di "casi" psicologici, di persone in difficoltà. E' molto raro trovare ancora oggi chi à disposto a protendersi con coraggio e con audacia verso la sofferenza "morale" del prossimo. Rocco lo fa spesso; a suo rischio. E' un cavaliere senza paura; un cavaliere mediterraneo senza cavallo, ma con un grande cuore e con una fine sensibilità, che sa nascondere elegantemente con la sobrietà delle parole e con la semplicità dei modi.

 

 

Sera d’estate

Nel percorso dal mare di Monopoli alla collina di Fasano si fermarono lungo la strada per raccogliere cicoria selvatica fresca e profumata.Una brezza leggera sollevava dolcemente i capelli salmastri delle due ragazze, che si sedettero sul muretto di sasso per inebriarsi di sole e di vento, ad occhi socchiusi.
Maria e Michele, chini sulle zolle rossastre, tagliavano con meticolosa perizia le salutari foglioline e riempivano un sacchetto di plastica.
Trascorsero dolcemente l’ora del crepuscolo in quel luogo, prima di riprendere il percorso ,che li avrebbe riportati a casa, dove li attendeva un bagno caldo e uno spuntino profumato e colorato come una tavolozza d’artista: rucola,pomodori,aglio,pane raffermo ammorbidito nell’acqua salata,olio,origano…
Giuseppe era appena rientrato dal suo viaggio a Bologna con il suo camion. Antonia,sua madre, gli aveva preparato una cena sostanziosa e corroborante. Sullo sfondo, dal juebox uscivano le stimolanti note del Ballo di Simone.La figlioletta si presento` all’improvviso con la bocca sporca di cioccolato.Era infatti reduce da una visita furtiva al negozio di generi alimentari, dove non aveva saputo resistere all’attrattiva delle leccornie, che sua madre vendeva agli altri bambini….

 

Rucola e libri

Erano le dieci del mattino. La giornata si annunciava calda, ma le foglie argentate degli ulivi offrivano il loro eterno incanto e una brezza leggera alitava tutt’intorno.
I gerani di tutti i colori offrivano il loro volto infantile al bacio del sole. Di primo mattino le amorevoli cure di nonna Antonia avevano offerto la loro dose giornaliera di ristoro.
Agnese si incammino` lungo un piccolo sentiero: portava un plaid di lana , il libro dei compiti delle vacanze e una fetta di pane profumato di forno.Giunta ai piedi di un prugno maestoso, dispose con cura il panno, si sdraio` pigramente e comincio` la lettura.
Si concesse un breve intervallo: si alzo`, colse alcune foglioline fresche di rucola selvatica, le assaporo` lentamente, notando con delizia il loro armonioso abbinamento col pane fresco…Poi riprese a leggere.
Pigri e indifferenti, i candidi trulli scintillavano felici sotto il luminoso sole d’agosto.

 

Tra le rovine di Grumentum

 

“ Luci ed ombre” ripeteva con dolce ossessione il vecchio custode delle rovine.Seduto all’ombra di un albero, con una coppola nera sulla testa ,accolse con dolcezza Vito e Luisa che, satolli di sole e di mare, volevano vivere l’incantesimo di un incontro con la Storia.Li accompagnava uno spensierato rokettaro,ignaro di mitologia e antichita` greche, ma precocemente saggio e amante della Bellezza.
Un silenzio solenne, interrotto solo dal canto delle cicale, formava l’ideale cornice per questo pellegrinaggio verso le tombe dei Padri.
Luci ed ombre,grandezza e miseria.Il tempo scorre,apparentemente.In realta` in alcuni momenti magici si ha la percezione della durata, dell’eternita`.Le rovine scintillano sotto il sole,parlano…Ma non destano tristezza.Il volto di chi guarda e sa vedere e` sereno.Il sole,il vento caldo,il cielo azzurro,la musica delle cicale,il vecchio custode e il dolce, silenzioso sussurro delle ‘rovine’,dove occhieggiano maliziosi i papaveri,evocano l’Eternita`.

 

Giuseppe, un uomo mediterraneo

 

Misurato e discreto, istintivo e pudico, dimesso e fiero. Imparo` tanto dalla vita e insegno` tanto a tutti, col suo silenzio e la sua operosita`, fino alla fine. Mai un lamento usci` dalle sue labbra.Era un modello di riservatezza,era l’esatta antitesi del chiassoso esibizionismo oggi imperante. Il suo amore per il mare era semplice e non pretenzioso; al sole, al mare e alla brezza chiedeva alimento ed energia, vita e forza. Maltrattato e umiliato da tanti, non reagiva; lasciava che gli eventi gli dessero ragione. La vita gli ha riservato dure sorprese, ma ha sempre reagito con dignita`, in una solitudine interiore ed esteriore, che non ha alterato il suo equilibrio. Detestava le complicazioni. Era l’esatta esemplificazione dell’ideale greco di misura.Lavorava senza essere schiavo del lavoro, coltivava innocenti passatempi: piccoli viaggi,letture,teatro,senza esserne ossessionato. Non parlava mai di se`, ma era compiaciuto quando altri ne apprezzavano la delicatezza, l’abilita` nel mestiere, l’onesta`.
Non voleva avere ragione a tutti i costi, si sentiva piccolo. Ma nel cuore di tutti e` rimasto grande.

 

 

Rosolio

 

C’era il rituale delle visite. Si entrava nel candido soggiorno, generalmente il trullo centrale. Tutto era bianco: i muri tinteggiati a calce, i pavimenti di pietra strofinati ogni settimana con la spazzola, chine a terra, in ginocchio…La vetrinetta esibiva una collezione di bicchierini da liquore e zia Angelina, con la sua aureola di capelli candidi, che ben si intonava all’ambiente,si indaffarava a servire il suo liquore di rose alla nipote Maria, venuta da lontano con le sue bambine.
Quanta saggezza, quanta fierezza! Era sola, ma felice e orgogliosa di esserlo. E impartiva lezioni senza saperlo e volerlo: insegnava a due bambine che la vita va colta, gustata giorno per giorno, nella semplicita` di una candida dimora, al riparo dalla concitazione, dai demoni interiori: paura, risentimento,ansia,gelosia,rimorso, in un perenne “fiat”, fuori dal tempo e dallo spazio.

 

Latte di mandorla

 

Fresco,dolce,contro l’arsura nei caldi pomeriggi.Era un altro protagonista dei rituali di accoglienza. Il fresco sorriso di Maria, la sua abilita` nel tessere scialli per serate da sogno, i suoi fiori sempre freschi e il latte di mandorla, servito allungato con acqua fresca. Quando l’estate era estate, quando si imprimevano vivide nella memoria le impressioni suscitate dalle persone, dai loro gesti;quando la curiosita` nei confronti degli esseri non era inquinata dalla delusione e dai risentimenti. Cara,dolce Maria, molto femminile,accurata ed elegante. A suo agio nel suo mondo di dolce fata. Attenta, disponibile, operosa e ambiziosa,senza eccessi.Una donna mediterranea, felice di esserlo.Una donna che non si vergognava di essere tale, in un paesaggio che le assomigliava, caldo, armonioso e fiorito.

 

Antonia Chimenti, da Toronto il 3 aprile 2005

 

                                                            

                                                        

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